Ogni giovedì alle 20.30 presso la canonica di S. Margherita le comunità cristiane affidate alle mie cure pastorali si incontrano per ascoltare la Parola di Dio. Non sono tanti quelli che vi partecipano. Questo è il segno che possono esistere cristiani in ascolto e cristiani in azione. Ma come si potrà scegliere e agire in maniera giusta senza il confronto con la parola di dio. C’è urgente bisogno di mettersi in cammino per la riscoperta della Parola di verità che viene dal Signore per farci crescere e riscoprire la fede. Senza la parola del Signore non c’è conoscenza di Gesù, e senza conoscenza di Gesù non c’è amore per Lui.

Papa Francesco nella sua lettera “Evangelii Gaudium” ci invita a fermarci per un buon ascolto e ci insegna anche il come fare ascolto.

Così ci dice:

 

  1. Esiste una modalità concreta per ascoltare quello che il Signore vuole dirci nella sua Parola e per lasciarci trasformare dal suo Spirito. È ciò che chiamiamo “lectio divina”. Consiste nella lettura della Parola di Dio all’interno di un momento di preghiera per permetterle di illuminarci e rinnovarci. […] La lettura spirituale di un testo deve partire dal suo significato letterale. Altrimenti si farà facilmente dire al testo quello che conviene, quello che serve per confermare le proprie decisioni, quello che si adatta ai propri schemi mentali. Questo, in definitiva, sarebbe utilizzare qualcosa di sacro a proprio vantaggio. […] (2 Cor 11,14).
  1. Alla presenza di Dio, in una lettura calma del testo, è bene domandare, per esempio: «Signore, che cosa dicea mequesto testo? Che cosa vuoi cambiare della mia vita con questo messaggio? Che cosa mi dà fastidio in questo testo? Perché questo non mi interessa?», oppure: «Che cosa mi piace, che cosa mi stimola in questa Parola? Che cosa mi attrae? Perché mi attrae?». Quando si cerca di ascoltare il Signore è normale avere tentazioni. Una di esse è semplicemente sentirsi infastidito o oppresso, e chiudersi; altra tentazione molto comune è iniziare a pensare quello che il testo dice agli altri, per evitare di applicarlo alla propria vita. Accade anche che uno inizia a cercare scuse che gli permettano di annacquare il messaggio specifico di un testo. Altre volte riteniamo che Dio esiga da noi una decisione troppo grande, che non siamo ancora in condizione di prendere. Questo porta molte persone a perdere la gioia dell’incontro con la Parola, ma questo vorrebbe dire dimenticare che nessuno è più paziente di Dio Padre, che nessuno comprende e sa aspettare come Lui. Egli invita sempre a fare un passo in più, ma non esige una risposta completa se ancora non abbiamo percorso il cammino che la rende possibile. Semplicemente desidera che guardiamo con sincerità alla nostra esistenza e la presentiamo senza finzioni ai suoi occhi, che siamo disposti a continuare a crescere, e che domandiamo a Lui ciò che ancora non riusciamo ad ottenere.

 

Se sapremo metterci seriamente e con costanza in ascolto della Parola di Dio insieme, le nostre comunità troveranno forza e motivazioni per convertirsi.

Buone vacanze a buon ascolto.

vostro fratello Ernesto