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L’essenza dell’esposizione universale di Oscar Farinetti

Tratto da Vita Pastorale n.1/2015

 

L’essenza dell’esposizione universale di Oscar Farinetti

 

L’Italia è un paese benedetto per il suo clima, la sua posizione geografica, la biodiversità vegetale, artistica e umana. L’Expo darà l’opportunità di mettere in vetrina tutta questa bellezza. E di venderla. Ma bisogna abbandonare il nostro vezzo vivere con il brutto.

 

La bellezza del cibo italiano

 

“La bellezza salverà il mondo!”. Così scriveva Dostoevskij nell’Idiota. Ma è stato facile per lui: quel libro lo ha scritto mentre stava a Firenze; si era svegliato, aveva aperto la finestra: davanti a lui Piazza della Signoria e l’Arno… La bellezza.

“La bellezza salverà l’Italia!”, questo l’ho scritto io (copiando, come mio solito), nel 2010. A questo concetto ho dedicato anche un’Eataly, quello di Roma. Ora sono passati 4 anni e al punto esclamativo ho sostituito un punto interrogativo: “La bellezza salverà l’Italia?”. La risposta ve la darò alla fine, ora ragioniamo sulla bellezza.

 

La meraviglia di essere Italia

La bellezza è una visione che dagli occhi oppure dal palato, dal naso, dalle orecchie, dal tatto entra nel cervello, pervade tutti i sensi e crea uno stato d’animo di piacere. La bellezza fa sentire meglio, mette ciascuno di noi in armonia con gli altri umani e con il mondo. La bellezza, quella che entra dentro sul serio, e prende la mente, ci porta in modo naturale all’altruismo: farsi perdonare il privilegio di godere di tanta bellezza, appunto. Nessuno di noi decide quando nascere, da chi nascere, dove nascere. L’essere nati in Italia significa essere immersi, fin dai primi momenti in cui i nostri sensi incominciano a percepire, in una moltitudine di bellezze senza fine.

The answer my friend is blowing in the wind”, la risposta è nel vento. L’Italia è l’unica penisola al mondo che si estenda, stretta da Nord a Sud, su una latitudine perfetta, chiusa all’interno di un mare buono. Buono perché i venti di questo mare chiuso sono buoni. Partendo dal Tirreno , dallo Ionio e dall’Adriatico questi venti marini s’incontrano con quelli, anch’essi dolci, delle montagne e delle colline che percorrono completamente la nostra penisola. Venti con brezze, venticelli con arie fresche, ponentini con levantini: sono incontri di bellezza che creano un microclima unico al mondo.  Danno luogo a quella che gli appassioni di bellezza chiamano biodiversità. La mitica, indiscutibile, assoluta biodiversità italiana.

Grazie all’incontro di questi venti succede che a Pra’ il basilico è il più buono del mondo.  Succede che, all’incontro tra la Bora e le Dolomiti, il San Daniele raggiunge livelli di profumi e sapori incomparabili. Succede che il Parma è figlio del Tirreno e delle alpi Apuane, che la pasta, quella buona, è nata a Gragnano perché nel sua via Roma, detta anche galleria del vento, la brezza di Castellammare di Stabia s’incontra con l’aria fresca del Vesuvio, dunque la pasta, essiccata lì, era un’altra cosa. Succede che la liquirizia a Rossano Calabro è figlia dello Ionio e dell’Aspromonte e così pure per lo zafferano in Abruzzo e il mirto in Sardegna, figli di altri mari e di altri venti. È una storia di venti che si incontrano. Potrei andare avanti per righe e righe a elencare la meraviglia della materie prime di qualità e dei prodotti enogastronomici d’eccellenza italiani, ma la chiudo qui, senza però dimenticare il “Marin”: così i nostri viticoltori delle Langhe chiamano il vento del mare che, giungendo dalla Liguria, si posa sui nostri Nebbioli, aiutandoli a diventare grappoli straordinari che generano il Barolo.

 

La biodiversità in tutto

Grazie a questi venti la biodiversità alimentare italiana gode di una serie di primati assoluti nel pianeta; e questa, ragazzi, è bellezza allo stato puro. 7.000 specie di flora vascolare, 58.000 specie di animali viventi, 1.200 vitigni autoctoni, più di 500 cultivar di olive, 140 cultivar di grano duro e non vi dico (ma vi giuro che lo so) quante specie di fagioli, pomodori, mandarini, aglio, cipolle sono coltivate in Italia, più che in qualsiasi altra nazione del mondo. Ogni singola regione italiana esprime più biodiversità della maggior parte degli altri Stati del pianeta.

E poi c’è  la cucina italiana, nuova (3-400 anni al massimo?), fresca, leggera, saporita, ma digeribile. La cucina italiana nasce domestica: nei camini e sulle cucine a legna delle nostre bisnonne, nonne e madri. Nasce ed è la figlia dei nostri villaggi, protagonista di dispute interminabili tra comune e comune, frazione e frazione: dal ripieno del tortellino a quello dell’agnolotto, dal modo di affinare salumi e formaggi alle minestre, alla polenta, al merluzzo, alle acciughe.  Questa è una meraviglia, è bellezza pura. Perché è bellezza vedere le nostre regioni che nel cibo diventano dei continenti, passare da provincia a provincia imbattendosi in scelte, tecniche e sapori così diversi.

Andiamo avanti, l’Italia ha il primato assoluto di biodiversità anche nei paesaggi. Perché i paesaggi sono disegnati dai contadini, i quali sono figli della loro terra madre così biodiversa. Non esiste un’altra nazione al mondo che esprima la bellezza dei paesaggi italiani: il mix di grano, ulivi, cipressi, boschi e vigne della Toscana, come quello di vigne, nocciole e tigli delle Langhe sono figli, pure loro, dei venti.

Ora tocca alla biodiversità umana, altro primato italiano. Tra un milione e cinquantamila anni fa le due categorie umane, che avrebbero poi dato vita all’uomo, cioè Neanderthal e Homo Sapiens, vagavano in Africa, Europa e Asia senza mai scontrarsi. Tranne in un posto, l’Italia. Occorreva molto più tempo di altri luoghi del mondo per percorrere quel migliaio di km della penisola italiana. Era un luogo più bello già allora, c’erano molte distrazioni di bellezza e fu così che i due si incontrarono, pare anche “gioirono” tra loro.

Poi, molti anni dopo, il primo grande impero, leader mondiale sia in politica che nel sociale, che importò etnie, le più diverse, da tutto il mondo conosciuto. E poi, molti anni dopo ancora, il Rinascimento, il quale contemplava tolleranza, integrazione e (udite udite) interazine. Fatto sta che gli antropologi di tutto il mondo concordano nell’affermare che l’Italia è il Paese in cui convivono più etnie umane.

Infine tocca all’arte. È assodato che il grosso del patrimonio artistico mondiali viva in Italia, molti sostengono addirittura il 70%. Non so se è vero, ma di sicuro non c’è altra nazione al mondo che possegga i capolavori che esistono in Italia. Anche nell’arte siamo campioni di biodiversità. Dal primato del disegno toscano, a quello del colore di Venezia, ogni regione italiana esprime una propria dimensione artistica. Questo me lo hanno raccontato alcune persone che sanno di arte e che stimo, dunque mi fido e lo dico.

 

Ce la faremo?

Ecco, finito. Ho cercato di tracciare, per come la vedo io, il perimetro della bellezza italiana. Questo sarà il tema che Eataly affronterà per il suo intervento all’Expo. Ottomila metri quadrati, ccon 20 ristoranti tipici regionali, dove cercheremo di narrare appunto le quattro biodiversità che compongono la bellezza italiana: agroalimentare, paesaggistica, umana e artistica.

Ora mi tocca chiudere con risposta alla domanda suprema: “La bellezza salverà l’Italia?”. No, mia risposta è no. Perfino tanta bellezza non sarà sufficiente se non ci diamo una mossa noi, gli italiani. Per noi sarà più facile, grazie a tanta bellezza che può tradursi rapidamente in esportazioni, turismo, dunque in posti di lavoro. Ma possiamo anche commettere la stupidaggine di riuscire a non farlo, se non ci mettiamo (e dobbiamo farlo in fretta) guardare il bello. Sembra un paradosso, in un Paese di tanta bellezza ci siamo così abituati a guardare al brutto, fino a perdere le speranze. Noi, tocca a noi, noi salveremo l’Italia e ce la faremo, aiutati da tanta bellezza, se torneremo ad esser capaci di guardarla, capirla, gioirne, narrarla e, perché no?, venderla.

Sprovveduto

 

 

Spesso tutti sono convinti che una cosa sia impossibile,

finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza.

                                                                                      (Einstein)

Eventi

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Chiesa di Santa Margherita del Gruagno
Data :   1 Dicembre 2018
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Chiesa di S. Margherita del Gruagno
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Cattedrale di Udine
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Duomo di Martignacco
Data :   2 Dicembre 2018
3
4
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7
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Comunità Emet di Torreano
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S. Margherita del Gruagno
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Chiesa di Santa Margherita del Gruagno
Data :   8 Dicembre 2018
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11:00
Chiesa di S. Margherita del Gruagno
17:00
Seminario di Castellerio
Data :   9 Dicembre 2018
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Chiesa di S. Margherita del Gruagno
...due ore al mese non sono la fine del mondo...
Data :  12 Dicembre 2018
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Chiesa di Maiano
veglia di Avvento con tutti i giovani della forania
Data :  14 Dicembre 2018
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14:00
portico ingresso Pieve
15:00
Cappella canonica
16:00
Cappella canonica
18:30
Chiesa di S. Margherita
Segue cena condivisa. Sono invitati tutti i genitori
Data :  15 Dicembre 2018
16
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portico ingresso Pieve
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Chiesa di S. Margherita del Gruagno
15:30
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Gruppo corale Ars Musica
Data :  16 Dicembre 2018
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Cappella canonica
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11:00
Chiesa di S.Margherita del Gruagno
Raccolta durante la Santa Messa delle 11.00
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24
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Casa di riposo Zaffiro
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Chiesa di S.Margherita del Gruagno
Data :  24 Dicembre 2018
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Chiesa di S.Margherita del Gruagno
Data :  25 Dicembre 2018
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Chiesa di S.Margherita del Gruagno
Data :  26 Dicembre 2018
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serata per i ragazzi delle medie e superiori
Data :  29 Dicembre 2018
30
11:00
Chiesa di S.Margherita del Gruagno
Data :  30 Dicembre 2018
31
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Chiesa di S.Margherita del Gruagno
Data :  31 Dicembre 2018

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